Mariani affonda sul 'governo immobile' di Marsilio e annuncia: "Resto nel Pd dopo l'uscita dei molestatori seriali"

TERAMO – C’è il governatore Marco Marsilio nel mirino della critica di Sandro Mariani, capogruppo in consiglio regionale di Abruzzo in Comune, che questa mattina ha incontrato la stampa, anche per annunciare la sua permanenza all’interno del Pd di Zingaretti, "adesso che c’è da ricostruire il partito dopo l’uscita dei ‘molestatori seriali’ che scientificamente hanno a lungo lasciato irrisolti i problemi". Per Mariani, Marsilio è "un Presidente totalmente fuori luogo – lo ha definito Mariani -, che non si sta rendendo contro di cosa è l’Abruzzo, delle sue esigenze, è sotto gli occhi di tutti e si vede perché in 8 mesi non ha mai parlato in Consiglio regionale, se non l’altro giorno per offendere. Il problema non è Marsilio che mangia la carbonara – dice Mariani -, il vero nodo è quanto impegno mette sulle questioni il presidente della Regione, soprattutto quando si sta discutendo una legge a sua firma". Mariani, che ha annunciato un probabile ricorso contro la legge regionale sulle case popolari ("se c’è qualcuno che ha fatto qualcosa di concreto per le case della povera gente quello sono stato io con le mie leggi sull’edilizia popolare"), ha denunciato "l’immobilismo contro cui è impossibile fare opposizione. Questa Regione finora non ha fatto niente, dopo 15 anni si ritrova senza un piano sanitario, con il caos nei trasporti e gli studenti lasciati a piedi e le liti in maggioranza che ha portato l’Abruzzo ad essere la prima degli ultimi nella campagna referendaria". Critico anche sulle nomine, "tutte riconfermate quelle del governo D’Alfonso alla faccia del governo del cambiamento. Se poi ha tolto qualcuno, ha commesso un gravissimo errore come nel caso della presidenza dell’Ater di Teramo, dove ha tolto una persona preparata come Nicola Salini. Sono segnali prodromici di quello che accadrà a breve e lo ricordo a chi oggi difende questa maggioranza, attenti esche arriverà il momento del dolore".